Insalata di polpo, ricetta originale
3 Giugno 2019L’olio d’oliva, uno degli alimenti cardine della nostra vita, ha origini antichissime. La stessa pianta d’olivo è parte integrante dell’immaginario collettivo umano e possiamo ritrovarne le prime tracce nella mitologia greca.
Pensiamo, ad esempio, al racconto del mito di Zeus. Questi voleva dare un sovrano ad Atene e all’Attica e propose una gara agli dei: avrebbe vinto chi avesse offerto il dono più utile.
Alla fine rimasero due concorrenti. Atena, la vincitrice, che portò un ulivo e Poseidone che portò un cavallo bianco.
Mito ma anche frutto divino. L’olio è protagonista nell’antico Testamento della Bibbia e simbolo fondamentale nel Cristianesimo.
La pianta d’ulivo è di origini orientali e trovò terreno fertile a Creta durante l’età Minoica.
Le prime testimonianze che, invece, abbiamo dell’olio risalgono al 4000 a.C., in Armenia, Palestina e India.
In questi frangenti l’olio era utilizzato come unguento per la pelle, come medicinale e per alimentare le lampade.
La coltivazione nell’area mediterranea venne spinta dai greci, mentre le prime regolamentazioni le troviamo nel 2500 a.C. Il codice babilonese di Hammurabi ne regolò produzione e commercio.
La grossa diffusione arrivò con i Romani. Divulgarono la pianta in tutti i territori dell’Impero e imposero l’olio d’oliva come moneta per il pagamento dei tributi.
Con i Romani migliorarono i processi di produzione, la diffusione, la stessa qualità dell’olio.
È sempre ai Romani che dobbiamo la classificazione dell’olio in base alle diverse tipologie di spremitura.
La caduta dell’Impero Romano segna un declino anche per l’olio d’oliva.
Per un vero riscatto bisognerà attendere l’arrivo del Medioevo e i progetti di buona parte della borghesia commerciale.
Questa vedeva nell’olio un commercio fiorente, avviò coltivazioni e commercializzazioni.
Nel 1400 l’Italia diventa il maggiore produttore di olio d’oliva al mondo. In tante parti del nostro paese l’olio era ormai preferito ad altri grassi animali.
Grosso contributo arrivò anche dalle abbazie cistercensi e benedettine nel corso del Rinascimento. Queste salvarono olivicoltura e viticoltura dall’abbandono.
A partire dal 1700 vengono catalogati ulivo e frutti a seconda della provenienza geografica.
L’olio d’oliva è sempre più diffuso e conosciuto in Europa come un prodotto italiano d’eccellenza.
Numerose regioni italiane aumentarono la coltivazione di piante d’ulivo e alcuni missionari francescani la portarono anche nel nuovo mondo.
Nel corso del Novecento si assiste ad un declino dell’olio d’oliva a seguito del boom economico. A questo vengono preferiti grassi animali ben più ricchi.
Il riscatto arriva negli ultimi decenni. Anche grazie al successo della Dieta Mediterranea, l’olio d’oliva conosce una riqualificazione e un successo assoluti in tutto il mondo.